La cura delle malattie parodontali si effettua con procedure cliniche che utilizzano strumenti manuali e strumenti sonici o ultrasonici. In casi selezionati si possono associare combinazioni particolari di antibiotici. I protocolli alternativi che usano il laser per trattare la parodontite sono stati però molto studiati negli ultimi anni in diverse Università/Paesi e da gruppi di ricerca indipendenti.
I benefici clinici sono elevatissimi
In pazienti che mantengono un buon livello di igiene orale, questa terapia determina la risoluzione dell’infiammazione gengivale, la riduzione delle tasche (le zone di gengiva più profonde) e l’eliminazione dei batteri patogeni favorendo il mantenimento dei denti. In qualche caso si deve ricorrere anche all’intervento chirurgico per correggere le tasche gengivali persistenti. Il protocollo terapeutico in questione ha un’enorme validazione scientifica con studi clinici che ne dimostrano il successo a oltre 30 anni di osservazione, è accettato da tutta la comunità scientifica internazionale e può essere eseguita a costi sostenibili.
L’utilizzo del laser
Intervistato in proposito il Dottor Claudio Gatti, Presidente della SIdP, Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, dice “L’utilizzo del laser come unica terapia comporta risultati che solo in alcuni lavori sarebbero simili alla terapia “classica” ma con lo svantaggio di essere molto più costosa. Tutti gli studi fino ad oggi pubblicati concordano sul fatto che i benefici ottenuti non sono mai superiori alle procedure convenzionali e che il laser non determina nessun vantaggio aggiuntivo se usato in combinazione con la terapia convenzionale.” Queste osservazioni sono condivise dai massimi esperti mondiali, sono state pubblicate sulle migliori riviste di Parodontologia e fanno parte delle linee guida internazionali per la cura della parodontite.
Nessun vantaggio aggiuntivo
SIdP ritiene inoltre utile evidenziare che anche i più recenti studi pubblicati (nella maggior parte dei casi senza neanche l’uso indispensabile di un gruppo controllo) non aggiungono niente a quanto già noto nella letteratura scientifica e che i risultati riportati a supporto dell’efficacia del laser sono in realtà assolutamente sovrapponibili a quelli che si possono ottenere con la terapia convenzionale classica. È inoltre evidente che questi studi non sono in grado di dimostrare neanche un beneficio aggiuntivo del laser se utilizzato in associazione alla terapia convenzionale, tantomeno a lungo termine.
Pertanto la SIdP raccomanda cautela alla popolazione nell’affidarsi a cure “miracolistiche”, che, oltre ad essere spesso molto costose, al momento non sono in grado di migliorare i risultati clinici che si possono ottenere con la terapia convenzionale.
Fonte: gengive.org