La necessità di un intervento ortodontico varia a seconda dell’età del bambino e del suo sviluppo. La dentatura è in continua evoluzione e per questo motivo la valutazione dell’ortodontista deve essere ripetuta ad intervalli periodici.
In presenza di queste situazioni è consigliabile sottoporre il bambino a un controllo ortodontico:
- precoce o tardiva perdita dei denti;
- difficoltà nel masticare o nel chiudere la bocca;
- problemi respiratori;
- succhiamento del dito o altre abitudini orali viziate;
- affollamento dentale (denti malposizionati);
- mascellari che deviano nella chiusura;
- difficoltà nel parlare;
- denti sporgenti;
- trauma masticatorio delle guance o del palato;
- disarmonia facciale;
- serramento o digrignamento dentale;
- rumori nell’articolazione della mandibola.
Quando deve intervenire l’ ortodontista?
Volendo schematizzare secondo un criterio cronologico in base all’età del bambino, si possono distinguere 3 periodi:
- dalla nascita ai 3 anni (periodo neonatale);
- dai 3 anni ai 6 anni (periodo della prima infanzia);
- dai 6 anni in poi (periodo della fanciullezza).
Dalla nascita ai 3 anni
La prevenzione è indiretta e si avvale dell’aiuto dei genitori, che vanno motivati ed educati a tutte le problematiche connesse alla sfera orale. È preferibile l’allattamento materno a quello artificiale per l’azione favorevole svolta dalla muscolatura durante la suzione sullo sviluppo delle ossa del viso. Opportuni consigli e prescrizioni sul tipo di alimentazione verranno dati dai pediatri: in particolare qualità e quantità degli alimenti, vitamine e sali minerali. Le bevande zuccherate sono molto dannose.
Dopo lo svezzamento, durante l’eruzione dei denti decidui, è bene passare a un’alimentazione solida che contribuisca con la saliva all’autodetersione dei denti e faciliti un armonico sviluppo delle arcate. È opportuno sottoporre il bambino in tenera età a visite specialistiche per abituarlo all’ambiente odontoiatrico e istruire i genitori all’uso corretto dello spazzolino. Una non adeguata igiene orale può favorire la formazione di carie, che non solo possono provocare dolore e disagi alla masticazione, ma anche causare spostamenti dentali con perdita di spazio e quindi malocclusioni. Non devono essere usate tettarelle o succhietti dolcificati, e sono ritenute molto dannose tutte le bevande zuccherate. L’uso del ciuccio non dovrebbe prolungarsi oltre il secondo anno di vita, e si consiglia l’utilizzo di quelli ortodontici o anatomici, che si adattano meglio alla forma del palato.
Dai 3 anni ai 6 anni
In questo periodo devono iniziare le visite periodiche semestrali, durante le quali è necessario prestare massima attenzione alla dentatura decidua ed allo sviluppo dei mascellari, soprattutto per intercettare e intervenire su alcuni fattori eziologici (succhiamento del pollice o succhietto, respirazione orale e deglutizione atipica). Queste alterazioni funzionali modificano l’equilibrio neuro muscolare e il danno che possono provocare dipende da intensità, direzione e durata. Esse sono responsabili dell’insorgere o dell’aggravamento della malocclusione mentre la loro eliminazione precoce può ripristinare le normali condizioni occlusali.
Dopo i 6 anni
Il bambino presenta una dentizione mista che si protrarrà fino al completamento della dentatura permanente (12-13 anni). Agli scopi del periodo precedente si aggiungono nuovi compiti per l’ortodontista:
- la diagnosi precoce delle anomalie dei denti permanenti;
- il controllo dello spazio in arcata, tenendo presente che i denti decidui non solo assolvono la loro funzione masticatoria, ma fungono anche da “mantenitori di spazio” per la dentatura permanente.
Per perseguire questi obiettivi è importante continuare i controlli periodici annuali.
Fonte: Società Italiana di Ortodonzia