Non tutti sanno che il reflusso gastrico ha delle conseguenze anche sullo smalto dentale. Vediamo un po’ di che si tratta.
Si parla di reflusso gastroesofageo quando i succhi acidi presenti all’interno dello stomaco non vengono adeguatamente riversati all’interno dell’intestino e al contrario risalgono attraverso l’esofago fino alla cavità orale.
Si tratta di un evento che occasionalmente può verificarsi in tutte le persone, ma se diventa frequente può rivelarsi problematico per la salute del tratto iniziale dell’apparato digerente.
Nei prossimi paragrafi, in modo particolare, verrà preso in considerazione soprattutto l’effetto che il reflusso può avere sui denti.
Reflusso gastrico e smalto dentale: come avviene l’erosione
Paradossalmente, in molte persone la malattia da reflusso gastroesofageo viene sospettata per primo dal dentista, che solo in seguito indirizza il paziente da un medico esperto in grado di fare diagnosi certa.
Questo perché accanto ai sintomi caratteristici, rappresentati da bruciore alla bocca dello stomaco, difficoltà nella deglutizione e rigurgiti, si possono aggiungere altre manifestazioni meno tipiche, come la tosse e la demineralizzazione dei denti.
Quest’ultima è un’evenienza piuttosto comune che si verifica perché il rivestimento più esterno dei denti, lo smalto, è costituito da minerali che in condizioni di eccessiva acidità perdono la loro naturale struttura a causa di alcuni processi chimici, comportando fenomeni di ipersensibilità, danneggiamento o vera e propria rottura dell’elemento dentario.
La gravità dell’erosione dipende dalla durata di esposizione al succo gastrico, dalla frequenza con cui si realizza il reflusso, dal tipo di acido, dal suo pH, cioè dal grado di acidità, e dalla qualità e quantità della saliva.
Come intervenire
L’individuazione precoce del processo di demineralizzazione può rendere questa condizione reversibile, evitando tutte le conseguenze negative tramite modifiche dietetiche, comportamentali ed eventualmente attraverso interventi odontoiatrici.
In primis, naturalmente, è necessario togliere il contesto di base in cui si verifica l’erosione dello smalto, agendo sul reflusso gastroesofageo. È opportuno quindi rivolgersi ad un medico per iniziare una terapia con farmaci antiacidi.
A questo punto, risulta determinante anche la scelta dei cibi, che dovrebbe escludere tutte le pietanze eccessivamente acide, come gli agrumi per esempio, e mirare alla riduzione o all’eliminazione degli alcolici.
Potrebbe inoltre tornare utile anche masticare delle chewing gum senza zucchero per favorire la produzione della saliva, che aiuta a lavare i denti rimuovendo tutti i residui acidi.
Per quanto riguarda l’igiene orale, vi sono alcuni comportamenti che possono migliorare la situazione, tra cui:
- fare dei risciacqui a base di acqua, bicarbonato di sodio e fluoruro dopo i pasti o dopo ogni sensazione di reflusso.
L’acqua aiuta infatti a lavare via il succo gastrico, il bicarbonato a neutralizzare l’acidità di quest’ultimo e il fluoruro facilita la re-mineralizzazione, ovvero la “ricostruzione” dello smalto;
- usare dentifrici a base di fluoruro;
- non spazzolare i denti, soprattutto se con spazzolini a setole troppo dure, nei 30 minuti successivi al pasto. In questa finestra temporale, infatti, è stato dimostrato che la saliva è già più acida della norma, ed intervenire con lo spazzolamento sarebbe un ulteriore stress per lo smalto dentario.
Se non sufficienti a favorire la re-mineralizzazione e a prevenire che lo smalto venga eroso eccessivamente raggiungendo la dentina, l’unica parte vitale del dente contenente i nervi e i vasi sanguigni, a questi accorgimenti si possono aggiungere anche alcune tecniche odontoiatriche mirate proprio alla risoluzione del problema.
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